Sara Muggiasca è la nuova direttrice della Galleria del Vento
Sara Muggiasca, Dottorato di Ricerca in Ingegneria Meccanica e Professoressa Associata del Dipartimento di Meccanica, è stata recentemente nominata Direttrice della Galleria del Vento (GVPM) del Politecnico di Milano. Ecco cosa ci ha raccontato durante l’intervista.
Congratulazioni per la nomina di direttrice della Galleria del Vento. Raccontaci come il tuo percorso ti ha portata a raggiungere questo straordinario traguardo.
Ho iniziato il mio percorso di studi in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano e qui si è svolta tutta la mia carriera accademica, dal Dottorato fino al mio attuale ruolo di Professoressa Associata. Mi sono avvicinata alla Galleria del Vento durante la mia tesi di Laurea ed è stato un incontro piuttosto casuale, come spesso capita con le cose che ti cambiano la vita: ero alla ricerca di un argomento di tesi in ambito ferroviario e mi hanno proposto di occuparmi dell’aerodinamica laterale dei treni. Da quel momento l’aerodinamica sperimentale è diventata il mio argomento di ricerca prediletto nonché la mia passione scientifica. Durante il Dottorato ho lavorato come tecnico presso la Galleria, che allora era ai suoi esordi. Potrei perciò dire di sentirmi quasi parte integrante della sua storia.
Cosa significa per te ricoprire questo ruolo?
Prima di tutto è una grande gioia e soddisfazione personale. È il laboratorio in cui ho mosso i miei primi passi nel mondo accademico e ricoprire un ruolo importante al suo interno rappresenta, da un lato, un riconoscimento dei frutti del lungo rapporto che ho instaurato con la Galleria, e, dall’altro, una sfida - e quindi un’opportunità - per dare il mio contributo in modo ancora ancora più fattivo.
Quali sono i tuoi obiettivi da Direttrice della Galleria del Vento?
La Galleria è un laboratorio di eccellenza che, negli ultimi anni, è molto cresciuto sia da un punto di vista tecnico, che organizzativo e gestionale. Come prima cosa spero di contribuire al mantenimento e miglioramento degli standard attuali. Al di là degli obiettivi più strettamente tecnici, vorrei mettere maggiormente in luce il carattere interdipartimentale del laboratorio favorendo la collaborazione tra colleghi e gruppi di ricerca. I miei mentori mi hanno trasmesso la consapevolezza che, in un lavoro come il nostro, la forza del gruppo è essenziale anche per crescita del singolo e vorrei rafforzare questa visione. Mi sta molto a cuore anche la visibilità internazionale della Galleria del Vento, sia per favorire la collaborazione con altre università sia per competere con altri laboratori analoghi in Europa e nel Mondo.
Le gallerie del vento come possono supportare le aziende (internazionali) nella ricerca e sviluppo?
La Galleria del Vento è uno strumento essenziale per la progettazione di numerose strutture soggette all’interazione con l’aria e per le quali il design aerodinamico non può essere effettuato avvalendosi delle normative standard. Turbine eoliche, ponti, edifici sono solo alcuni esempi di strutture che beneficiano di test in galleria durante la loro fase di progettazione: questi test consentono di ottenere design sempre più innovativi. Anche nell’ambito sportivo, ad esempio nel ciclismo, lo studio aerodinamico di accessori e materiali può portare ad un miglioramento delle performance dell’atleta. Il carattere universitario della Galleria del Vento del Politecnico di Milano, in questo contesto, può fornire un valore aggiunto data la naturale propensione alla ricerca e allo studio che ne deriva.
Quale progetto ricordi con orgoglio, o che progetto vorresti studiare?
Ci sono tanti progetti a cui mi sento legata, ad alcuni per motivi affettivi e personali, ad altri per la sfida che hanno rappresentato e ad altri ancora per l’elevato contenuto scientifico. Sicuramente una delle attività più coinvolgenti è stato lo studio aerodinamico del Ponte sullo Stretto di Messina perché mi ha permesso di lavorare in un gruppo numeroso, con colleghi molto esperti e su tematiche di grande interesse scientifico. Un progetto molto sfidante ha comportato la realizzazione di un grande modello di cilindro rotante: la soddisfazione nel vederlo fisicamente funzionante è stata impagabile. Anche in questo caso è stato il frutto di un lavoro di gruppo. Negli ultimi anni sto lavorando molto nell’ambito delle rinnovabili. Al di là degli aspetti scientifici, si tratta di un campo che mi interessa molto anche per le sue implicazioni sociali.
Quale consiglio daresti ad una ragazza o un ragazzo interessato ad approfondire le sue conoscenze sull’aerodinamica sperimentale?
L’attività sperimentale prevede studio e pratica: bisogna studiare ma anche “sporcarsi le mani”. La sperimentazione passa dall’osservazione: per questo, il solo consiglio che mi sento di dare è di mettersi alla prova in laboratorio e lasciarsi coinvolgere dalle attività di preparazione e realizzazione dell’esperimento. In particolare, la Galleria del Vento del Politecnico di Milano ha ospitato tanti giovani sperimentatori e può essere il posto giusto dove fare esperienza in tal senso.