DMEC coltiva la ricerca d’eccellenza: sviluppare e allenare la collaborazione
La ricerca svolta presso il Dipartimento di Meccanica passa per attività condotte da professori, ricercatori, dottorandi e collaboratori. La qualità delle attività scientifiche viene garantita attraverso la formazione ricevuta dai ricercatori durante il loro percorso accademico, il quale ha inizio con la laurea, prosegue con il dottorato di ricerca e fino a ricoprire il ruolo di ricercatori universitari. La loro formazione continua ovviamente anche durante lo svolgimento delle attività di ricerca, siano esse in collaborazione con altre università o con aziende, che necessitano di particolari conoscenze e metodologie scientifiche. Oltre alla collaborazione con enti esterni, sono necessari coordinamento e collaborazione anche tra i ricercatori che fanno parte dello stesso gruppo di ricerca che lavora in sinergia per ottenere il risultato desiderato.
Il progetto “Coaching for RTDx” (RTD è l’acronimo del Ricercatore Universitario) si propone di supportare e migliorare le prestazioni dei ricercatori, principalmente a livello di rendimento personale. In maniera analoga a quanto proposto nel mondo aziendale, il progetto pone l’attenzione sul benessere del ricercatore e sulla sua prestazione nella gestione del progetto e delle persone coinvolte nei progetti di ricerca con l’obiettivo di migliorare l’efficacia dei suoi interventi anche nelle relazioni personali con colleghi e personale esterno.
Il progetto di coaching è stato proposto per aumentare l’impatto dei ricercatori nell’ambito dell’ambiente lavorativo – racconta Paolo Schito, ricercatore promotore dell’iniziativa – poiché l’attività di ricerca non può essere svolta individualmente e in solitudine nel proprio ufficio o laboratorio, ma prevede un imprescindibile coordinamento tra tutte le persone che partecipano alle attività. Questo include la gestione delle relazioni all’interno del gruppo di ricerca che è composto sia da altri ricercatori che da tesisti, dottorandi, e professori. Le relazioni tra collaboratori con competenze e personalità diverse necessitano di essere sfruttate al massimo per migliorare il proprio rendimento e garantire l’efficacia della ricerca, sempre seguendo le proprie inclinazioni personali. L’attività di coaching non è quindi un’attività di formazione frontale, ma è un lavoro che il ricercatore deve voler fare su di sé per potenziare le proprie prestazioni lavorative.
Il progetto è stato accolto favorevolmente dalla commissione scientifica del Dipartimento, con supporto particolare del Prof. Stefano Foletti, in quanto questa attività, unica nel mondo accademico italiano, non è rivolta propriamente allo sviluppo di competenze scientifiche. Piuttosto si propone è atto alla formazione di figure siano efficaci ed efficienti nel lavoro, anche nella parte più manageriale e di relazione personale.
L’attività è stata avviata dall’ex direttore, Prof. Marco Bocciolone, e attuata dal direttore in carica Prof. Marco Belloli. Questa iniziativa si colloca molto bene nei programmi di Ateneo previsti per il prossimo futuro, poiché sono in corso di attivazione molte attività volte alla formazione delle soft-skill del personale docente. L’iniziativa è supportata anche dal servizio sviluppo professionale e formazione del Politecnico di Milano.
La coach coinvolta nell’iniziativa, la dottoressa Loretta Redaelli esperta di coaching aziendale e in formazione universitaria, racconta: “La sfida di portare l’attività coaching nel mondo universitario è molto interessante, poiché le dinamiche del mondo accademico sono molto diverse da quelle che si sviluppano in contesti aziendali”.
Le attività del progetto sono iniziate a Maggio 2023 con il kick off svolto presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, dove i ricercatori hanno partecipato ad un’attività sperimentale al buio attraverso le quali hanno messo alla prova le loro capacità di leadership, di collaborazione, di coordinamento e di coinvolgimento.
Al termine dell’attività ai ricercatori è stato chiesto di proporre uno slogan per riassumere l’esperienza presso l’Istituto dei Ciechi. La proposta è stata “ASK_ALL_TACI!” che mette insieme le parole ASK (chiedere), ALL (tutti, nel senso di inclusione), e TACI (silenzio, nel senso di evitare ogni forma di giudizio nei confronti dell’altro): tutti elementi fondamentali per una giusta comprensione delle cose.
Altre attività verranno svolte nell’arco dei prossimi mesi. Seguiranno aggiornamenti.